Teresa si racconta
Quando le ho proposto l’intervista, Teresa si è schermita affermando di non essere “un’atleta seria”. Io dico che non esistono atleti seri e atleti poco seri, ma solo atleti. E questa intervista lo dimostra.
Presentati brevemente. Quando e come hai iniziato a correre?
Ho iniziato a correre da adulta, poco prima dei 50 anni, perché pur amando molto ogni tipo di sport, specie all’aria aperta, facevo qualche km di corsetta ogni tanto ma non mi ero mai avvicinata, prima di allora, al mondo delle Società sportive o comunque a gruppi organizzati per correre insieme. Ricordo la prima gara, quando una mia cara amica mi coinvolse, una decina di anni fa, in una 5 km (il percorso della Race for the Cure di allora), e io la feci lasciandomi incantare dal contesto, con quel fiume rosa di persone che si snodava in quei luoghi unici al mondo. Tempo pessimo, ma già la prima ebbrezza da risultato, da traguardo varcato, da “C’ero anch’io!”.
Come sei arrivata/o alla Lazio Olimpia Runners Team? Fai un piccolo bilancio di questa esperienza.
Ci sono arrivata qualche anno fa, un giorno d’estate, osservando un gruppo di belle donne che si allenava, divertendosi, a Villa Glori, seguendo le indicazioni di un tizio non più giovanissimo ma che aveva l’aria di essere molto “sul pezzo”. Era il gruppo delle “Ragazze di Mario”, Mario Vaiani Lisi, che approcciai senza molto ritegno per sapere come fare per unirmi a loro, pensando che forse correre in compagnia ed in modo meno “grezzo” avrebbe avuto anche su di me l’effetto di rimettermi in forma, divertirmi e darmi un pochino di velocità. E così è stato!
Di lì a poco, il passaggio dagli allenamenti con Mario al tesseramento con la Lazio Olimpia era più o meno scontato e per me, che sono un’inguaribile sostenitrice del gioco di squadra e, perché no, anche del piacere di mostrare l’appartenenza a dei colori, per giunta inevitabilmente riconducibili ad una delle realtà sportive più significative della capitale, è stato molto importante perché mi ha consentito, a quasi 50 anni, di ricollocare me stessa in questa città e rafforzare il mio legame con Roma, non avendo qui le mie radici, come tanti, ma avendola scelta da tanto e senza rimpianti.
E il bilancio, a distanza di anni, è ampiamente positivo per innumerevoli ragioni: per quello che ho imparato da tanti compagni di squadra, in particolare dalle altre “ragazze” che mi davano consigli, e da Mario che non ha ancora rinunciato a provare a migliorare qualcosa della mia andatura…solo qualcosina però, senza illusioni! È positivo per l’aria che si respira alla partenza, quando hai vicino altre canotte bianco – celesti, per l’atmosfera festosa dei nostri ristori ai piedi del grande gazebo, per la cena di Natale (quando non me la perdo), per i successi di squadra degli ultimi tempi e altro ancora.
Com’è l’ambiente di squadra? Commenta gli ottimi risultati di squadra delle donne LORT.
C’è un buon ambiente anche se siamo un po’ divisi tra strada e pista (o cross), o anche tra gare individuali e gare di squadra. Volendo vederla al contrario, però, siamo una realtà presente in più contesti, strada e pista, città e provincia, Italia ed estero, 10 km e maratone, a differenza di altre società più focalizzate su specifici obiettivi. I risultati dell’ultimo anno, poi, sono fantastici e personalmente sono onorata di essermi trovata lì, in qualche occasione, perché arrivare al podio è incredibilmente emozionante, e vincere insieme ad altri ancora di più. Ed è merito di tutti, anche di chi non corre ma organizza, sprona, allena, viene in trasferta con noi (come PresidEnzo!).
Hai conosciuto Viridiana?
L’ho conosciuta in occasione di qualche edizione della “Corri per il verde” e poi nella maratona di Roma, per me la prima e per lei purtroppo l’ultima. Di lei ricordo il sorriso, dolcissimo. Era una persona che sorrideva alla vita e questo voglio ricordare di lei.
Preferisci allenarti in compagnia o da sola? Quando corri a che cosa pensi? Ti concentri sul gesto atletico, su un pensiero, sull’ambiente? Dove ti alleni? Quante volte ti alleni a settimana? L’allenamento che preferisci e perché. Com’è il tuo allenamento? Hai un allenatore? Il tuo rapporto con lui.
Corro sia da sola che in compagnia, a seconda delle situazioni. Se non ho tempo, prima di andare al lavoro, corro dalle mie parti, in zona Balduina, dove mi piace percorrere qualche strada in saliscendi (tipo verso l’Hilton), per poi andare sulla ciclabile che collega i due parchi di Monte Ciocci e di Santa Maria della Pietà. Amo questo percorso e tutto il verde che c’è. A Roma ce n’è tanto ed è una vera fortuna! Se invece ho tempo, oppure nel fine settimana, vado allo Stadio della Farnesina, dove mi alleno con Mario e un gruppo di amiche con cui ci supportiamo, distribuendoci in base ai compiti e agli obiettivi, qualche volta anche alle preferenze, e agli impegni.
Mi trovo molto bene con lui perché sa perfettamente cosa può chiederci e cosa no, quando possiamo lavorare di più o quando deve darci una calmata (capita anche quello!). E capisce, se non mi vede per un po’, come in questo periodo, che c’è un problema fisico o altro che mi tiene lontana dagli allenamenti. E va bene lo stesso.
Quando mi sento in forma e ho tempo arrivo a tre, raramente quattro allenamenti a settimana. Non ho un pensiero specifico in mente quando corro: a volte ripercorro l’agenda di impegni di lavoro ed extra lavorativi, a volte mi faccio “guidare” dalla musica che ho con me, a volte ammiro il paesaggio.
Gli allenamenti vanno bene tutti: se sono in pista decide Mario, se corro per conto mio faccio come mi pare, di solito una decina di km o poco più. Non amo le brevi distanze, perché, come dice lui, sono un diesel e vado meglio sulla resistenza e sulle percorrenze più lunghe.
Fai stretching, ginnastica, yoga o altro e con quale frequenza?
Vado a nuotare, di solito una volta a settimana, non perché ami nuotare ma devo ammettere che rilassa tutto, corpo e mente. E mi muovo in bici per andare al lavoro, che è pur sempre un buon esercizio.
Hai un diario in cui annoti programmi, allenamenti, gare, test?
No, ma di tanto in tanto vado a vedere i risultati di gare fatte in passato sugli stessi percorsi per verificare se sono migliorata o peggiorata. Perché nel mio caso, avendo cominciato a correre tardi, ho fatto un percorso inverso rispetto ad altre, i cui bei tempi ottenuti in passato sono difficili da mantenere (a meno che non si tratti di atlete forti come Paola Impedovo o Anna Patelli, naturalmente!)
Come ti alimenti abitualmente? Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Assumi integratori alimentari? Chi suggerisce le tue scelte dietetiche?
Sull’alimentazione sono una frana, nel senso che mangio di gusto, non proprio come dovrebbe fare un’atleta. Mi sono regolata bene solo in occasione delle due maratone allenate bene, seguendo una dieta consigliata da un’ottima nutrizionista – atleta.
In caso di problemi fisici a chi/che cosa ricorri? Usi abitualmente massaggi o fisioterapia o solo in caso di infortuni?
Qualche indolenzimento e contrattura li ho risolti con un po’ di massaggi in passato e anche col riposo. L’arnica consigliata dalle amiche pure fa qualcosa e naturalmente il ghiaccio è un buon rimedio, ma non ricorro abitualmente ai massaggi.
Il tipo di gara che preferisci? Pista, strada o cross, gara corta o lunga?
Sono più per la strada, 10 o 21 km, e ultimamente mi divertono i cross; la pista va bene ma, come già detto, non per le brevi distanze. Ricordo ancora uno speaker al Rosi che annunciava “e infine arriva anche Teresa Capece Galeota per la Lazio Olimpia”: che tristezza!
Quali sono le sensazioni prima durante e dopo una gara? Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti possono condizionare? Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? Cosa ti ha insegnato la corsa?
Qualche volta, quando sento di essere allenata, provo un po’ di euforia al momento della partenza, un pizzico di adrenalina, quella sana. Ho imparato dalle altre a posizionarmi avanti e a stare concentrata, mentre ho quasi imparato a regolare gli sforzi, rimanendo calma nella prima parte della gara. Nelle competizioni di società sento un po’ lo stress di fare bene o almeno non fare male, non danneggiare chi si è allenato più di me, ma si sa, anche questo fa parte del gioco. Qualche volta il cervello mi manda strane domande sui motivi per cui mi trovo lì e faccio quegli sforzi, ma mi hanno spiegato che è un sistema di auto-difesa che a volte prende il sopravvento come un airbag impazzito. Basta ignorarlo e ricordarsi che chi è lì ha già vinto!
Dopo la gara provo gioia e a volte un po’ un senso di liberazione. Talvolta mi piace gratificarmi, mi dico che sono stata brava, ma non mi risparmio critiche quando c’è palesemente qualcosa che poteva andare meglio.
Lo sport l’ho sempre praticato, non potrei farne a meno. Mi regola l’umore, l’appetito, mi dà la carica. La corsa è l’antistress per eccellenza. E ti insegna tantissimo. Ti insegna a metterti in gioco, a darti obiettivi, ad allenarti per raggiungerli, ad essere costante nell’impegno, a fare qualche sacrificio, a credere in te stesso rimanendo umile. Ti stimola ad imparare dagli altri. Ti gratifica del supporto che viene dagli altri. Ti ricorda che chi se la sente aiuta mentre chi è in difficoltà è aiutato. Ti insegna a regolarti, a lavorare su te stesso, a chiedere a te stesso, ad alzare lo sguardo, a pianificare. Un master di vita praticamente, in un mondo che su molte di queste cose va esattamente al contrario. E mi sono scoperta un po’ competitiva, credo con me stessa più che con gli altri. Non ero così da giovane ma va bene, se non diventa una fissazione va bene anche questo.
Ti sei sentita campione nello sport almeno una volta nella vita?
Campione nel mio caso è una parola grossa però qualche cosa c’è stata. C’è stato che durante il Covid, alla ripresa delle gare, avevo l’occasione di andare per lavoro a Catania e Mario mi disse di iscrivermi ad un campionato di 10.000 metri in pista. Ne capii il senso una volta lì, alla gara, in cui ero l’unica partecipante della mia categoria, prima e unica, e quindi Campione d’Italia. Bellissimo!
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
Mio marito, ex atleta in età giovanile e i miei figli, entrambi sportivi, mi spronano molto. Sono dalla mia parte anche quando arrivo tardi a pranzo la domenica o quando vado in trasferta per l’intero week end e godono della mia leggerezza e della mia felicità. Dopo qualche successo (leggasi: arrivo al traguardo!) mi piace farmi festeggiare anche dagli amici che non corrono, quelli che chiamano “maratona” qualsiasi distanza; secondo loro, “noi”, quelli che corrono, hanno delle forze soprannaturali e la testa che non li aiuta.
Quali sono i risultati sportivi che ricordi con più piacere? La gara più difficile, quella dove hai sperimentato le emozioni più belle? Il successo che più ti ha gratificato?
Tutte le gare sono belle. È bello prepararle, correrle, arrivare.
All’arrivo alle mie tre maratone corse a Roma ho sempre pianto. La prima per la gioia di essere stata capace di correrla. La seconda per la gioia di averla corsa sotto le quattro ore, lasciandomi alle spalle gli stress della mia vita. La terza perché l’ho corsa sei mesi dopo una diagnosi di tumore al seno, riprendendomi la vita di prima. E mi piace correre la Race con la maglietta rosa, salire sul palco dedicato alle donne in rosa, incitarle a cantare “una di noi, una di noi” quando mi premiano fra le prime dieci donne in rosa della competitiva. Si, lì mi sento bene perché so che trasmetto coraggio a chi ne ha più bisogno di me. E poi è stato figo, molto figo, allenarmi allo Yankee Stadium (perché lì si può, entri e ti alleni. Punto!) e partecipare ad una corsa a Central Park dove l’arrivo non arrivava mai perché io ragionavo in km, loro in miles!
Chi ti piace ricordare fra le persone che hai conosciuto praticando lo sport?
Sono molto grata alle prime compagne di allenamento che mi hanno accolta tra loro al Rosi, agli inizi, dandomi tutta una serie di consigli e incoraggiandomi a fare meglio. Sono molto contenta delle amiche con cui mi alleno attualmente alla Farnesina, assolutamente fantastiche, e delle compagne di qualche gara, in particolare di quelle veramente forti e con lunga esperienza alle spalle, bellissimi esempi di personalità vincenti oltre che di atlete quasi sempre sul podio. Sono grata alla mia amica Daniela che mi tirata negli ultimi 10 km della mia seconda maratona per farmi arrivare qualche minuto sotto le quattro ore, dicendomi continuamente “e levati st’espressione di sofferenza, che stai facendo una delle cose più belle della tua vita!”
Hai incontrato il doping nella tua carriera sportiva? C’è un messaggio che vorresti dare per sconsigliarne l’uso?
Non ho mai incontrato il doping e credo che su temi come questo ma anche, più in generale, su tutto ciò che ci fa male (droghe, alcool, guida in stato di ebbrezza), servirebbe maggior informazione, in particolare ai ragazzi, perché solo una maggiore consapevolezza dei rischi che corrono, insieme ad un ritrovato affetto e rispetto per la propria vita e naturalmente per quella degli altri, può portarli a fare le scelte giuste.
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni, problemi di salute? Hai mai pensato o rischiato per infortuni o altro di smettere?
No, smettere no. Fermarmi per un po’ si quando il riposo è indispensabile.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi? Un sogno realizzato o da realizzare?
Gli obiettivi dipendono un po’ dalle gambe, un po’ dalla testa, un po’ dal cuore. Le gambe perché devi avere il tempo e il modo giusto di allenarti, la testa perché devi averla libera da stress e preoccupazioni “bloccanti”, il cuore perché devi sognare, senza sognare un po’ non si va da nessuna parte. Potrebbe esserci una maratona all’estero nel 2026. Vediamo. Vorrà dire che starò bene, che sarò riuscita ad allenarmi e soprattutto che avrò trovato un pettorale da qualche parte.
Riesci ad immaginare una vita senza lo sport?
No, forse anche per genetica: mio padre mi ha insegnato a sciare a 4 anni quando lui ne aveva 66 ed era stato un campione di canottaggio per il Circolo Posillipo, e anche mia madre si è sempre cimentata in varie discipline sportive.
Come riesci a conciliare il podismo con gli impegni di lavoro e di famiglia?
Non sempre ci riesco con il lavoro mentre va meglio con la famiglia. Ma anche qui si tratta di essere tenaci e non mollare mai. E il modo per allenarsi poi si trova.
Segui l’atletica? Segui trasmissioni televisive di sport? Frequenti siti di sport? Lo sportivo che preferisci e perché.
Seguo qualcosa in televisione se è mio marito Luca ad avvertirmi che tramettono una gara di atletica; stessa cosa per lo sci e il basket che è lo sport di mio figlio. Mentre seguo poco, molto poco, il calcio perché è un mondo ha poco da insegnare. Tengo però a precisare che sono nata a Mergellina. E sto.
«L’importante non è vincere, ma partecipare con il massimo impegno e al limite delle proprie possibilità» (De Coubertin). Sei d’accordo? Quale può essere un tuo messaggio rivolto a un amico per avvicinarsi a questo sport?
Assaggia la corsa a piccoli morsi e vedrai che ci prenderai molto gusto. Corri per arrivare, non per vincere. Corri per te stesso e fatti un regalo: regalati salute, forza, energia, resilenza, auto-stima, determinazione, tenacia, saggezza e tanta, tanta gioia!