Ho corso cinque maratone, almeno una decina di mezze maratone ed una discreta quantità di gare e garette dai 5 ai 15 km.
Ebbene, solo in occasione della Roma-Ostia i miei piedi ricevono la visita delle signore vesciche.
Già questo sarebbe sufficiente a farmi desistere, any given year, dal correre questa "mezzamaratona più partecipata d'Italia".
E invece no, io mi ostino. Perché? non lo so.
Forse perché la maglietta del pacco gara è sempre carina, ma questa ragione cozza con l'occhiata omicida che mia moglie mi riserva ogni volta che introduco in casa ulteriori capi di abbigliamento podistici.
Forse perché la Roma-Ostia è stata la prima gara ufficiale alla quale io abbia partecipato, ma questo melenso sentimentalismo cozza con la natura pragmatica tipica delle gare podistiche.
Forse perché la gara si tiene a Roma e sarebbe un peccato perdere l'occasione di correrla, ma questa puerile considerazione cozza contro la consapevolezza che a Roma e dintorni ci sono decinaia e decinaia di gare.
Forse perché mi lascio irretire dai 7 km in delizioso falsopiano in discesa che il percorso propone dopo il decimo km, ma la velleitaria convinzione che questo faciliti il personale cozza contro la famigerata salita del camping ed il non meno famoso ultimo biscotto di 4km, ormai per me un incubo inferiore solo all'idea di assistere ad un concerto di Gigi d'Alessio.
Insomma, non c'è una ragione specifica ma tanto lo so che l'anno prossimo ci ricascherò come un pollastro.
P.S. Noi romani siamo famosi per il nostro disincantato cinismo che ci permette di affrontare le vicissitudini con sufficiente distacco e ironia: quando qualcuno è brutto e glielo vogliamo far notare diciamo frasi tipo: "sei brutto come er peccato" o "sei più brutto de 'na spinta pe' scale" o anche "sei più brutto de 'na perquisizione della polizia alle due de notte".
Ecco, da ora in poi io dirò: "sei più brutto degli ultimi 4 chilometri della Roma-Ostia..."
Claudio Feliziani