Diciottesimo capitolo delle interviste di Maurizio Mazzurco.

Il protagonista di oggi è Maurizio Sperati.

Presentati brevemente. Quando e come hai iniziato a correre?

Ho iniziato a correre a trent’anni, dopo un’operazione ai legamenti del ginocchio, per un infortunio riportato durante una partita di calcio. Facevo fisioterapia in un circolo, ora chiuso, dalle parti di Villa Pamphili. Quel circolo era frequentato da molti runners e mi sono incuriosito vedendoli uscire tutti i giorni e andare a correre; li ammiravo molto. Ho provato allora, con molta fatica, ad andare a correre con loro; ricordo che ogni volta era per me come una gara. A volte mi nascondevo al circolo per non farmi trovare, perché sapevo che sarei tornato distrutto. Stavano preparando la Maratona di New York e mi proposero di partecipare. Anche se era pochissimo che correvo, mi sono fatto coinvolgere. Solo sei mesi dopo, quella è stata la mia prima gara. Non avevo mai messo un pettorale e non sapevo che cosa mi aspettasse. L’ho chiusa in 3h35’, è stata un’emozione immensa. Da allora mi sono innamorato della corsa. Praticamente gareggiavo quasi tutte le domeniche. Forse per la passione o forse perché ero più giovane, riuscivo ad allenarmi tutti i giorni nonostante fossi impegnato sul lavoro dalle 7 alle 13 e dalle 19 fino all'una di notte. Praticamente dormivo 4 ore per notte e una mezz'ora sul materasso del salto in alto del Paolo Rosi all'ora di pranzo mentre aspettavo i compagni di allenamento.

Come sei arrivato alla Lazio Olimpia Runners Team?  

Sono uno dei fondatori di Olimpia 2004, con gli altri amici conosciuti al campo (qui la storia di come nacque Olimpia 2004). Da allora sono passate molte gare, ci sono stati molti nuovi amici, alla fine la fusione dell’Olimpia 2004 e la Lazio Olimpia Runners Team. La nostra storia continua, anche se c'è stata una pandemia, e poi una miriade di infortuni che purtroppo non mi hanno ancora permesso di dare il contributo che merita alla nuova società.

Di molti atleti e atlete del gruppo di Olimpia 2004 sei anche allenatore. Come hai cominciato ad allenare?

Mi sono appassionato alla corsa al punto di studiare e analizzare gli allenamenti che allora facevo, preparati dal coach di molti dei miei compagni, il compianto Mimmo di Biagio, e ho cominciato ad allenarmi con le metodologie che avevo seguito e studiato. Pian piano si sono aggiunti tanti altri atleti; a ognuno davo il programma con i tempi di riferimento e si allenavano per loro conto. Ho avuto grandi soddisfazioni dalle persone che alleno. Ancora oggi qualcuno mi stupisce.
Tutti, ciascuno al suo livello. hanno conseguito ottimi risultati.

Fra gli altri, va citato Antonio Cantatore, che hai preparato per una grande impresa, la gara di IRONMAN. Già in quell’occasione ti ho intervistato (leggi qui).

Fai stretching, ginnastica, yoga o altro?

Purtroppo, poco stretching; un po’ lo sostituisco col nuoto, che ultimamente ho cominciato a praticare.

Assumi integratori alimentari?

L'uso di integratori se buoni lo ritengo un valido aiuto, anche se ho l'impressione che molti siano soltanto un business.

Come hai gestito crisi, sconfitte, infortuni?

Il tempo passa anche se, sarà la mentalità (o forse la presunzione) di uno sportivo incallito, cerco di fermarlo. Con il progredire dell’età i problemi fisici arrivano. In verità, le uniche forze in grado di rallentare il tempo e l'usura di un atleta sono una sana alimentazione, lo stretching e il riposo.
In caso di infortuni, prima una corretta diagnosi, poi lo specialista del caso.

Il tipo di gara che preferisci?

Non ho preferenze, mi piacciono tutte le gare, corte o lunghe, cross pista o strada, non fa differenza. Basta che sto bene. Quando si sta bene non si fatica mai, si provano sempre belle sensazioni.

Hai incontrato il doping nella tua carriera sportiva? C’è un messaggio che vorresti dare per sconsigliarne l’uso?

Non ho mai conosciuto atleti dopati ma una cosa sicura la posso dire. Non farei mai uso di doping.

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? Cosa ti ha insegnato la corsa?

La corsa ha contribuito molto al mio benessere, a livello sia fisico sia mentale. Quando si è caparbi nella corsa, nel finire una gara, è importante; si diventa tenaci anche nelle altre cose della vita. Anche a livello fisico, dopo si sta meglio di prima. Quando finisco gli allenamenti mi sento quasi invincibile. Poi se ti prefiggi un obiettivo e riesci a raggiungerlo, è veramente una bella sensazione.   

Quali sono i risultati sportivi che ricordi con più piacere? Il successo che più ti ha gratificato?

Non ho rimpianti sui tempi che ho ottenuto alle gare, ho avuto tante soddisfazioni. Tra i più bei ricordi una Best Woman, la prima chiusa sotto i 4’ al km, la Maratona di Venezia in 2h58’, la Roma Ostia in 1h21’, la Miguel con partenza e arrivo al Rosi, ma soprattutto un cross al Vivaro con la neve (lo ricordo molto bene anch’io, il mio primo cross, nella “fanga” al freddo e al gelo, ndr) dove ho succhiato la ruota tutta la gara al mitico Vaiani.
Su pista 10000m in 36’30”, 5000m in 18’, 3000m in 10’21”. Posso essere contento. Niente di che, ma mi sono divertito.

Concordo pienamente, ci siamo divertiti, e nel nostro piccolo vorremmo continuare ancora un po’, possibilmente. Chi ti piace ricordare fra le persone che hai conosciuto praticando lo sport?

In particolare, tutto il gruppo dell’Olimpia 2004. Gli amici della Lazio li conosco ancora poco.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi? Un sogno realizzato o da realizzare?

Non mi sono posto obiettivi immediati. Nei prossimi mesi, se starò bene, un sogno da realizzare sarebbe una gara di triathlon,
una 70.3
(1900m nuoto, 90 km bici, una mezza maratona di corsa, ndr).

Quale può essere un tuo messaggio rivolto a un amico per avvicinarsi a questo sport?

Innanzitutto, che si sta bene. Poi, se ci fai caso, è lo sport dove si riesce a socializzare meglio di tutti, in una partita di calcetto urli, strilli, si gioca in tanti, ma non si parla; quando corri, tranquillo al tuo passo, puoi fare delle belle chiacchierate. Anche al campo di allenamento, secondo me non esiste un altro sport che permette di socializzare come la corsa.

Segui trasmissioni televisive di sport? Frequenti siti di sport?

Non seguo molto lo sport in tv perché di solito la sera lavoro, ma lo faccio appena posso.

Lo sportivo che preferisci e perché.

Ce ne sarebbero molti. Però ho sempre avuto un debole per Zanardi. Dopo il primo incidente ha fatto cose incredibili. Anche adesso, credo che se avesse un briciolo di forza ricomincerebbe un’altra volta. Deve essere qualcosa di innato, se ha un mignolo che gli funziona fa il campionato mondiale del mignolo.