La parola a Gianfranco Roncadin. Presentati brevemente. Quando e come hai iniziato a correre?
Ho imparato a correre negli anni ‘60 alle scuole medie superiori. I professori di educazione fisica organizzavano quasi ogni domenica una "corsa campestre". Ho ancora un paio di scarpe con i chiodi (lunghi quasi 2 cm!). Quindi la corsa mi ha accompagnato per almeno 60 anni con qualche breve interruzione.
Come sei arrivato alla Lazio Olimpia Runners Team?
Me l’ha presentata un amico, era stata fondata da poco, si era staccata da poco dalla Polisportiva.
Com’è il tuo allenamento?
Quando lavoravo era utile per rilassarmi, scaricare stress e anche mi aiutava a prendere decisioni. Ora con più tempo libero mi alleno regolarmente quasi ogni giorno alternando nuoto e bicicletta.
Dopo tanti anni di corsa sono in riserva di cartilagini e più a rischio di infortuni e quindi ho ridotto la distanza e il numero delle gare.
Fai stretching, ginnastica, yoga o altro e con quale frequenza?
Regolarmente stretching dopo la corsa per schiena e gambe, è necessario per evitare infortuni.
Come ti alimenti abitualmente? Assumi integratori alimentari? Chi suggerisce le tue scelte dietetiche?
Integratori mirati e alimentazione sana aiutano a rallentare l'inevitabile. Mi informo su riviste specializzate. Ricordo in particolare un seminario sull’alimentazione sportiva in condizioni di temperature estreme, con allenamento sotto la neve a Rocca Calascio in pieno inverno con Massimo Capria.
Il tipo di gara che preferisci?
Più corte sono meglio è. Ormai alla nostra età ci conosciamo bene, abbiamo imparato a sentire il cuore e le gambe. L’importante è non forzare, arrivare senza problemi. 5-10 km sono l’ideale. Una volta la mia gara era la mezza, ma parliamo di almeno dieci anni fa. Ora al 15 km le ginocchia cominciano a lamentarsi.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere?
Lo sport ti fa star bene con te stesso, nella mente, nello spirito, e la buona compagnia degli amici aiuta.
Ti sei sentito campione nello sport almeno una volta nella vita? Quali sono i risultati sportivi che ricordi con più piacere? La gara che più ti ha gratificato?
Una volta sola mi sono sentito campione, quando a 15 anni sono arrivato tra i primi tre nel campionato della scuola. Gare che mi hanno gratificato particolarmente, una nel Gran Sasso a Campo imperatore, un trail sui monti della Meta a Picinisco, la Polar Night Run a Tromsø e tutte le gare a squadra fatte in giro per Europa, Africa e Israele.
Chi ti piace ricordare fra le persone che hai conosciuto praticando lo sport?
Fino a non molti anni fa mi allenavo da solo. In questi ultimi anni ho conosciuto gli amici della Lazio Runners, tutte persone con cui mi piace stare insieme. Difficile trovarne una con cui non si va d’accordo.
Hai incontrato il doping nella tua carriera sportiva?
Nella corsa che ho conosciuto e che pratico non ho mai incontrato il doping. Il nostro è uno sport amatoriale e non voglio credere sia inquinato dal doping, ha una funzione sociale importante perché azzera tutte le differenze di genere, razza, classe sociale. In gara e in allenamento quello che ci differenzia è solo il numero di gara. La Lazio Olimpia ha in squadra tifosi di tutte le squadre, un esempio per tutti: il nostro Presidente onorario è un lupacchiotto doc.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi?
Arrivare a 80 anni continuando a fare qualche corsetta, e se non si può ecco il nordic walking, con la camminata tecnica veloce ti fa solo bene e ti alleni in modo completo, addominali, dorsali, spalle.
Quale può essere un tuo messaggio rivolto a un amico per avvicinarsi a questo sport?
La salute. Questo sport è il miglior farmaco che esista al mondo, non ha effetti collaterali se lo usi nel modo giusto, senza esagerare.
Lo sportivo che preferisci e perché.
Non ne ho uno in particolare. Mi piace idealizzare la figura dello sportivo. Certo, per noi italiani Mennea è il personaggio che nell’atletica ha lasciato un segno, per la determinazione, l’impegno. Dei tempi miei ricordo Berruti. Personaggi ormai storici.