Abbiamo appena pubblicato l’intervista ad Antonella, ecco subito quattro chiacchiere con la sua gemella Elena Massaro.
A te la parola. Prova a descriverti in due o tre righe.
Sono una M60, dinamica ma soprattutto resistente fisicamente, non sposata ma accompagnata, senza figli; discreto senso dell'umorismo, fisioterapista.
Quando e come hai iniziato a correre?
Circa 25 anni fa.
Quali motivazioni ti hanno spinto a iniziare?
Correre mi è sempre piaciuto e così dopo più di 20 anni di pallavolo a livello agonistico ho iniziato una seconda vita sportiva senza obblighi e stress, dove l’unico obiettivo era il divertimento, il grande senso di libertà e soprattutto non dover dimostrare nulla a nessuno, ma sempre con una componente agonistica alla quale non riuscivo a rinunciare.
Come ti trovi in Lazio Olimpia Runners Team?
La fusione di Olimpia 2004 con Lazio Runners Team mi trova molto soddisfatta e apprezzo comportamenti di sportività e amicizia che in una squadra sono la prima cosa e non facili da realizzare! Vorrei che tutto continuasse così, senza stress, con quella semplicità che è giusto vivere in questo contesto. Un pensiero grande a Viridiana che ha lasciato tanto di sé, anche per chi la conosceva appena, e rimarrà sempre l'essenza di questa squadra!
Preferisci allenarti in compagnia o da sola?
Sicuramente in compagnia, da sola quando devo recuperare un infortunio.
Quando corri a che cosa pensi? ti concentri sul gesto atletico, su un pensiero, sull’ambiente?
Se sono sola devo essere sincera, fantastico. Altrimenti mi concentro soprattutto sulle sensazioni del mio corpo e, a sorpresa, a volte riesco anche a correggere il gesto atletico, ma solo in allenamento; in gara è più difficile.
Fai stretching, ginnastica, yoga o altro e con quale frequenza?
Ultimamente cerco di mettermi in postura una volta ogni due settimane e una volta a settimana vado a ballare.
Hai un diario in cui annotare programmi, allenamenti, gare, test?
Si ho diversi libretti da quando corro con tutti gli allenamenti, i tempi e le gare fatte. Dopo tanto tempo è interessante scoprire quali allenamenti facevo, e con quali risultati, a 40 anni!
Come ti alimenti abitualmente? Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara?
Ho sempre mangiato molto, ultimamente carne pochissima, carboidrati due tre volte a settimana, pesce, uova e moltissimi legumi, verdura e frutta.
In caso di problemi fisici a chi/che cosa ricorri?
Essendo fisioterapista cerco di risolverli da sola finché è possibile, altrimenti chiedo un intervento a qualche mio collega.
Il tipo di gara che preferisci? Pista strada o cross, gara corta o gara lunga?
I cross mi sono sempre piaciuti, ma anche la pista e i 10 chilometri su strada; in passato anche qualche mezza, dipende sempre dagli anni e dagli infortuni.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere?
Lo sport ha determinato il mio stile di vita recandomi benessere sia fisico che mentale.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica?
Ho scoperto di avere più grinta di quanto immaginassi, non perché sono una vincente ma perché so perdere, ci so stare, ma non mollo perché la risalita è ancora più vibrante e fa capire tante cose.
Cosa ti ha insegnato la corsa?
Mi ha insegnato a volare con poco e a fare i conti con l’età e i cambiamenti che ne conseguono, e a sapermici adattare.
Ti sei sentita campione nello sport almeno una volta nella vita?
Come innamorata dello sport, sempre! Come campione vero e proprio in termini sportivi, mai.
Che cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport?
Sicuramente sono vissuta in una famiglia sportiva. Mia madre non praticava ma nel suo modo di essere era in qualche modo sportiva, mio padre invece lo era a tutti gli effetti ed è stato sicuramente determinante per me. Ho vissuto lo sport in casa e anche fuori ma sempre come divertimento, arricchito di consigli competenti e realistici. Ho avuto anche allenatori capaci specie da piccolina e in tarda età. E poi che dire della condivisione di momenti sportivi belli e brutti con mia sorella gemella e della fortuna di avere vicino un uomo insuperabile, sia per la condivisione dei miei interessi sia per la pratica sportiva?
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? La tua famiglia condivide la tua passione sportiva?
Come ho già detto i familiari condividono. Gli amici, specie quelli di vecchia data, ormai si sono abituati; i più recenti rimangono un po' perplessi, specie quando sanno di campestri o gare in pista.
La gara più difficile, quella dove hai sperimentato le emozioni più belle?
Le emozioni più belle forse le ho avute in due gare: quando a 47 anni ho fatto il personale sui 3000 senza nessun sforzo e per caso (infatti il giorno prima avevo fatto un 400 e due mesi prima la Roma Ostia), e recentemente quando ho fatto una 10 km con la stessa facilità e senza nessun dolore, come tanti anni fa. Insomma, c’è sempre una speranza!
Il successo che più ti ha gratificato?
Sempre parlando della mia seconda vita sportiva e omettendo il periodo pallavolistico, sicuramente essere andata sotto ai 65” sui 400, cosa che non mi era mai riuscita, e anche questo per caso; infatti stavo preparando i 1500.
Ti è capitato un episodio curioso o divertente?
Quando giocavo a pallavolo erano più le volte che mi presentavo alle partite con una scarpa sola o con due scarpe diverse fra loro; invece in atletica ho avuto il coraggio, agli incitamenti dell’allenatore sugli spalti, di girarmi e rispondergli nel bel mezzo della gara, vecchia abitudine nella pallavolo ma scandaloso in atletica, specie in pista!
Chi ti piace ricordare fra le persone che hai conosciuto praticando lo sport?
Innanzitutto la mia prima e unica allenatrice a pallavolo: avevo 11, 12 anni, ma non posso dimenticare quello che trasmettevano i suoi occhi e la passione che metteva nell'insegnare e impostare i gesti atletici. Praticando l’atletica invece nei primi anni mi allenavo con una compagna di squadra veramente ”giusta”, mai una tensione, mai una competizione ma solo belle chiacchierate in corsa e divertimento, nonostante fosse molto più giovane di me!
Hai incontrato il doping nella tua carriera sportiva? C’è un messaggio che vorresti dare per sconsigliarne l’uso?
Penso proprio di no. Ci sono sempre e solo conseguenze negative.
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Hai mai pensato o rischiato per infortuni o altro di smettere?
Purtroppo gli infortuni mi hanno sempre accompagnato in atletica, mi hanno fermato nei momenti più importanti e quasi sempre una volta l'anno: tendiniti achillee da giovane, fasciti da meno giovane. Così ho imparato a fermarmi, a superare la dipendenza dalla corsa, a cambiare gesto atletico e tipo di gara, a ricominciare tutto da capo e riprendere a correre, sempre.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi? Un sogno realizzato o da realizzare?
Per gli anni che ho ogni cosa che viene è un sogno realizzato; vivo il momento, mi regala piacevoli sorprese che mai avrei immaginato.
Quale può essere un tuo messaggio rivolto a un amico per avvicinarsi a questo sport?
Posso dirgli che non è un obbligo, una fatica, ma solo un gran piacere, dove le persone sono tali non per quello che fanno nella vita, per la posizione sociale o per quanto vanno al km, ma solo se ti vanno a genio, se ti interessano, se non ti annoiano.
Riesci ad immaginare una vita senza lo sport?
Mi è davvero difficile.
Come riesci a conciliare il podismo con gli impegni di lavoro e di famiglia?
Se una cosa la vuoi e ti appassiona, la ritagli anche dal nulla.
Nel tempo libero cosa c’è oltre all’atletica?
L'arte, la creatività, le passeggiate a piedi o in bici, il ballo, la lettura, lo studio.
Hai una sorella gemella. Vuoi condividere con noi qualcosa di questa esperienza? Si dice che fra gemelli ci sia un rapporto assolutamente speciale. In che cosa siete uguali o simili e in che cosa siete differenti?
Si ho una sorella gemella e più passa il tempo più mi rendo conto della sua unicità, e forse proprio perché siamo molto differenti come carattere ma non al punto di sopraffarci è come avere dalla nascita un’amica che non ti tradirà mai! E soprattutto ci accomunano lo sport e l'arte.
Lo sportivo che preferisci e perché.
Come sportivo mi colpì molto la storia di Luigi Meroni, morto in un incidente stradale a 24 anni in un modo abbastanza particolare per un calciatore.