Presentati brevemente. Quando e come hai iniziato a correre?
Ho iniziato a correre a 42 anni. Ho giocato dai 16 ai 40 a rugby; una volta appesi gli scarpini al fatidico chiodo, ho iniziato ad allenarmi per divertimento e mantenermi in forma. La corsa mi ha sempre regalato momenti di libertà pura. Poi, per dare un incentivo alle mie corsette in solitario ho cominciato a seguire una tabella di allenamento, tratta da una nota rivista di podismo, per fare una mezza maratona. Avevo come obiettivo personale quello di partecipare alla Roma-Ostia e di finirla. All’epoca mi sembrava una distanza siderale per uno con la mia stazza, non propriamente da fondista, e una bella sfida da vincere. Conclusi la mia prima mezza in 1 e 54 e sotto lo striscione di arrivo mi commossi. Nacque così un grande amore.
Come sei arrivato alla Lazio Runners Team?
Semplicemente fondandola. Insieme a Massimo Capria, Maurizio Vasintoni, Fabrizio Sardo e Alessandro Vita, dopo alcuni anni passati alla Lazio Atletica ed un annetto nella Lazio Triathlon decidemmo di fondare una società podistica rifacendoci agli antichi ideali di Luigi Bigiarelli e alla sua lazialità. Ogni atleta doveva essere un socio e godere di elettorato attivo e passivo all’interno della nascente società. Furono momenti intensi e indimenticabili. Un gruppo di amici con la passione per il podismo e per la Lazio. Non sono mai stato un accanito tifoso di calcio ma provenivo dalla Lazio Rugby e continuare ad indossare quei colori mi faceva un immenso piacere. Correvamo ogni domenica partecipando a gare in regione e fuori regione, sempre i primi a montare il nostro biancocelestissimo gazebo, in prima fila ovunque si corresse una gara organizzata.
Fai un bilancio di questi anni. Ne hai da raccontare!
Da quei pioneristici anni tanta strada ha fatto la nostra società. Tanti nuovi amici si sono aggiunti, altri se ne sono andati e poi ritornati. Ma con orgoglio posso affermare di aver contribuito a fondare una società in cui i risultati sportivi vengono sempre dopo l’amicizia. Da alcuni anni non sto più correndo, ma prima o poi tornerò. Attualmente sono il segretariotto della società, agli “ordini” di PresidEnzo, uno che mi pregio di aver proposto come nostro presidente e che tanti risultati ha portato nel nostro palmares sportivo. Eletto e rieletto democraticamente da tutti i nostri soci. Poi nel recentissimo passato la fusione con l’Olimpia 2004 ha contribuito a creare uno splendido sodalizio che neanche quest’anni bui di pandemia e poche gare hanno potuto minimamente sfaldare. Contiamo poco meno di 200 soci dove però nessuno si sente uno dei tanti ma ciascuno è attore principale della società.
Preferisci allenarti in compagnia o da solo?
Da solo. Con i miei ritmi, le mie tabelle da atleta di 104 Kg. Dove lo troverei d’altronde uno che sia capace di starmi dietro?
Quando corri a che cosa pensi?
A cosa mangerò a fine allenamento.
L’allenamento che preferisci e perché.
Il lungo lento e le ripetute. Il primo per rilassarmi, il secondo per aumentare la mia autostima di tapascione 58enne.
Il tipo di gara che preferisci? Pista, strada o cross, gara corta o lunga?
Mi piacciono da morire le campestri.
Quali sono le sensazioni prima durante e dopo una gara?
Prima della gara, trovare un buon bar nei pressi della partenza per fare colazione. Dopo la gara tornarci per l’aperitivo.
Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti possono condizionare?
Il caldo, non lo sopporto.
Chi ti piace ricordare fra le persone che hai conosciuto praticando lo sport?
Massimo Capria. Maurizio Vasintoni, Renzo Frattari, Sharon Stone.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi?
Voglio riprovare con la mezza e migliorare quell’ 1 e 54. Mangiare un piatto di cacio e pepe più grande di quello di Enzino. Rifare la Corri laghi, tappa di Bracciano, con Massimo Capria. Rincontrare Fabrizio in una garetta qualsiasi per dirgli che è tutto dimenticato.